Naufrago dalla nascita

Naufrago dalla nascita

L’antenato più lontano dell’uomo non è la scimmia ma il pesce. L’essere umano, come tutti gli esseri viventi , è nato dal mare non dalla terra, per poi vivere al confine tra terra e mare. Tra la terraferma ed il mare.mosso. Alternativamente si è poi posto come traguardo il mare o la terra . Ricordate il grido di felicità dei Greci di Senofonte “Thalatta”, alla vista agognata del mare, e l’urlo del marinaio in vedetta nella Pinta di Colombo “Tierra”, dopo i sei mesi della prima traversata dell’oceano. Non è la terra che ha spinto in là il mare per farsi spazio , ma è la terra che per divenire tale si è sopraelevata dal livello del mare , si è spinta fuori dall’acqua o meglio è l’acqua che si è ritirata dalla terra sottostante. Lo sanno anche le puerpere che lo sgravio più naturale è quello che avviene se immerse nell’acqua di una piscina. Il primo trauma del neonato è quello che subisce nel doversi trasformare da pesce dentro il grembo materno a mammifero appena al di fuori. Il cucciolo di donna è spinto allo sbaraglio se sospinto fuori all’aria aperta, rimane nel suo elemento se spinto da un liquido stretto ad uno più largo. L’uomo è l’unico pesce che pure spiaggiato riuscirà a sopravvivere all’asciutto sulla terraferma. Un naufrago dalla nascita. Per l’acqua del mare l’uomo proverà un insieme di attrazione e di repulsione. Per sfuggirne il fascino tenterà di coltivarne un’immagine sinistra. Il mare sarà pensato e temuto come ricettacolo nascosto di mostri antropofagi, più che una culla ed un antro felice, popolato di orche assassine, più che di delfini. L’uomo adulto amerà il mare alla follia o ne serberà un ancestrale timore e panico.

Anacleto

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