Padova città di acque

Padova città di acque

Padova era il porto di Venezia. Non Mestre,né Marghera era la terraferma di Venezia, ma Padova. Ancora oggi in centro Padova esiste la Porta Portello chiamata, appunto, Porta Venezia, una monumentale porta della città con ponte, scalinata e pontile d’attracco, porto d’imbarco e sbarco di cose e persone da e per Venezia.
L’ho scoperto per una iniziativa della Lega Navale Padovana che ha la sua sede proprio lungo il canale/fiume che porta a Venezia e che ha organizzato una propria navigazione fluviale lungo l’intreccio di canali che attraversa il tessuto cittadino.
Ed io che pensavo, da padovano, d’essere un terricolo, un agricolo , un continentale! Il mare invece mi arriva da secoli fin sotto casa mia. Notizia sconvolgente, sono sconvolto fin dalle fondamenta di casa mia.
Purtroppo nei secoli recenti molti canali sono stati “tombinati”, trasformati in condotti fognari ed in strade, ma tutt’oggi si può ancora scoprire come Padova sia stata costruita sull’acqua , quasi come Venezia. Sopravvive una, seppur limitata, navigazione fluviale che proveniente da Venezia porta in molte città venete e non.
L’acqua si conferma essere elemento vitale, che porta vita, comunicazione e civiltà. C’è il mare grande , il mare magnum, l’oceano e c’è, intercomunicante, il mare interno, interrato letteralmente sul terra, nel territorio.
Le arterie di comunicazioni ora sono chiamate i percorsi d’asfalto, le strade ed autostrade. Ma le arterie sono, originariamente, quelle del nostro corpo che portano il sangue, la linfa vitale, fino alla più lontana periferia dei nostri arti. Strana ma non casuale commistione e confusione, anche nominalistica, tra le vie di comunicazione e di trasporto, quelle liquide e quelle solide, quelle fluviali/ marittime e quelle di terra, tra quelle navali e quelle autostradali, quelle del nostro corpo e quelle delle nostre terre.
Anacleto

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